Lucia Moretti in videoconferenza con i ragazzi dell’IIS L. Costanzo

[Sergio Cerra]

Fragilità, robustezza, resilienza e antifragilità, è arrivato il momento di diventare changemaker.

Carissimi studenti del Costanzo,

nell’incontro di mercoledì 24 marzo, ore 10.10 ci confronteremo sui concetti di Fragilità, Robustezza, Resilienza e Antifragilità.

Capiremo perchè nella storia alcuni eventi, come quello che stiamo vivendo legato al Covid 19, vengono definiti “Cigni neri” e se è proprio vero che questa pandemia lo sia.

Rifletteremo insieme sul cambiamento personale e su quello delle organizzazioni/comunità e su come sia indispensabile adattarsi, cambiare, migliorare e innovare rispetto alle rivoluzioni e alle innovazioni che investono il pianeta e la società.

Vi chiederò se “si stava meglio quando si stava peggio” e se pensate che il mondo in cui viviamo sia espressione di progresso o regresso rispetto a 20-30 anni fa.

Vedremo quali sono le principali barriere che si presentano in un percorso di cambiamento e quali sono le fasi, con uno sguardo alle imprese che nel tempo sono fallite perchè non sono cambiate e quelle che hanno accelerato la propria crescita attraverso processi di cambiamento.

Ci vediamo mercoledì!

Recita questo il messaggio che la dottoressa Moretti del Talent Garden di Cosenza ha voluto inviare ai ragazzi dell’IIS Costanzo di Decollatura prima dell’incontro, organizzato dal DS Caligiuri, che si è tenuto in videoconferenza mercoledì 24 marzo 2020.

Il bellissimo incontro, incentrato sul tema del cambiamento, della situazione del coronavirus, e della nostra risposta a questa emergenza di portata globale, ha ricevuto diversi apprezzamenti, per non parlare della partecipazione attiva di studenti e professori…

Questo lo si può notare anche dal numero di persone collegate durante la videoconferenza: più di 200!

La dottoressa ha dato il via al suo intervento, come già previsto dalla lettera, con il tema della resilienza. Ha spiegato infatti come la resilienza non sia altro che una proprietà dei materiali: la proprietà di resistere alle forze esterne.

Ha continuato poi con la robustezza: ovvero la capacità da parte di un ente di essere particolarmente resistente anch’esso rispetto alle forze esterne.

In entrambi i casi, La Moretti, ha però ribadito e sottolineato, come un sistema robusto o resiliente, se viene sottoposto più volte a uno stress può diventare fragile, e quindi perdere la propria sicurezza insita.

Proprio per questo si è parlato di antifragilità. L’antifragilità è la capacità da parte di un sistema di crescere e adattarsi nelle condizioni di stress: tutto il mondo naturale è antifragile, e si evolve costantemente.

Antifragilità risulta essere un’attributo di una qualità superiore rispetto ai primi due, e quindi, tutti quanti noi dobbiamo imparare a essere antifragili, piuttosto che robusti o resilienti: prima o poi anche il più grande e possente degli alberi cade inerme, dobbiamo imparare ad adattarci alle situazioni, e trarne il meglio.

In questo momento storico dobbiamo farlo più che mai, dobbiamo imparare dagli errori, e adattarci alle condizioni di vita per poter prevenire o curare qualsiasi male futuro, oltreché quello odierno.

Dopo questa introduzione la Dottoressa ha parlato di cigni neri, in relazione al fatto che molti stanno definendo il Covid-19 proprio come un “cigno nero” … Ma cosa sono i cigni neri? E Perché si usa proprio questa espressione?

La teoria del cigno nero è una metafora che descrive un evento non previsto, che ha effetti rilevanti e che, a posteriori, viene razionalizzato inappropriatamente e giudicato prevedibile.

La teoria è stata sviluppata da Nassim Nicholas Taleb per spiegare:

  • L’importanza sproporzionata di determinati eventi di grande impatto, difficili da prevedere e molto rari, che esulano da ciò che normalmente ci si attende in campo storico, scientifico, finanziario e tecnologico.
  • L’impossibilità di calcolare con metodi scientifici la probabilità di tali eventi rari e carichi di conseguenze (a causa della natura stessa delle probabilità molto piccole).
  • Le distorsioni psicologiche che impediscono alle persone (sia come individui sia come collettività), di cogliere l’incertezza e il ruolo enorme degli eventi rari nell’andamento della storia.

Secondo la dottoressa è però assolutamente sbagliato attribuire al Coronavirus l’espressione “Cigno Nero”, perché come stiamo scoprendo in questi giorni, esso era assolutamente prevedibile e di conseguenza poteva essere gestito diversamente.

Non possiamo però piangere sul latte versato, e la domanda che lancia la dottoressa verso tuti è:

Come ne vogliamo uscire? Come possiamo prepararci?

I cambiamenti, spiega la Moretti, vanno fatti attivamente, e non subiti passivamente, bisogna adattarsi agli scenari e rispondere di conseguenza, perché così il cambiamento diventa necessità insita del nostro animo. Proprio per questo lei si è unita al talent garden di Cosenza: per poter avere stimoli nuovi e creare sempre nuove cose, camminando a braccetto con il cambiamento, e cercando di crescere sempre più.

Prima di finire con il suo intervento la dottoressa ha però lanciato una domanda provocatoria verso i ragazzi e i professori del Costanzo:

Si stava meglio prima o ora? I nostri nonni vivevano meglio o peggio?

Sono seguite varie risposte alla domanda:

  • L’alienazione della tecnologia ha peggiorato i rapporti;
  • L’industria avanzata ha rovinato l’ambiente;
  • Il benessere è cresciuto a discapito di molto altro;
  • La comunicazione ci confonde, viviamo relazioni false.

“LA VELOCITÀ DI PROGRESSO HA SQUILIBRATO LA NOSTRA VITA”

E proprio come affermava Leopardi, l’uomo più ha e più vuole, incosciente del male che provoca con la sua avanzata distruttiva.

La Moretti, pronta, come ci si aspettava, ha dichiarato però questo:

“Sono assolutamente sicura di vivere meglio dei miei nonni”

Infatti, secondo la dottoressa, l’accesso al mondo, ai viaggi, agli acquisti, alle informazioni e tanto altro; il fatto che le macchine abbiamo sostituito i lavori pesanti, la creazione di posti di lavoro creativi, dove le relazioni migliorano, proprio come il talent garden, le migliorie enormi fatte in campo scientifico e medico ecc.… sono solo alcuni degli elementi che rendono migliore il nostro vivere.

“Non dobbiamo fare come gli struzzi” ha poi affermato. Di fronte ai grandi cambiamenti, se vogliamo migliorare la nostra vita, e perché no, il mondo, non dobbiamo sotterrarci e far baston contrario, ma dobbiamo seguire l’onda, essere capaci di cogliere le occasioni e crescere costantemente.

La dottoressa ha voluto quindi riportare due esempi perfettamente calzanti: Kodak e Blockbuster, due giganti di fotografia e distribuzione cinematografica. Entrambi i colossi invece di puntare sui nuovi mezzi di comunicazione hanno preferito tenere la testa bassa e continuare a scommettere sulle proprie capacità. Kodak aveva sviluppato in modo eccellente la propria qualità di fotografia, dimenticandosi però della condivisione di queste, infatti con l’avvento di Instagram si è trovata spiazzata; invece di puntare su un cambiamento necessario ha preferito mettere i paraocchi, fallendo. Non era più importante avere delle belle foto, ma poterle condividere. Dal canto suo Blockbuster aveva raggiunto livelli altissimi di distribuzione di pellicole, ma l’avvento di Netflix, e altri innovatori del settore, non hanno fatto altro che portare al fallimento di tutte le aziende di distribuzione fisica di film e serie tv…

Questi sono solo alcuni esempi: ricordiamoci, non bisogna essere degli struzzi.

Arrivata al punto cruciale della discussione la Moretti fa un’affermazione importante: “dopo il Covid-19 non è vero che cambieremo”, il vero cambiamento non è quello che stiamo subendo ora, inermi, ma è quello che faremo noi, attivamente, quando tutto questo sarà finito, perché come ogni cosa, quando finita, la lasceremo nel dimenticatoio, consci dello sbaglio abnorme che stiamo facendo, complici del decadimento della nostra società.

Come dobbiamo fare per cambiare davvero allora?

Come possiamo diventare dei veri Changemaker (coloro che cambiano le cose)?

Prima di tutto, dobbiamo uscire dalla nostra comfort zone, dobbiamo reinventare, e reinventarci, e la nostra scuola è un esempio perfetto. Come fa una piccola scuola di un paese sperduto calabrese ad essere in cima alle classifiche nazionali?

Perché qui, sulla nostra montagna sperduta, non ci siamo arresi, e abbiamo sentito la necessità di stare al passo coi tempi, abbiamo sentito la necessità di migliorare noi stessi.

E proprio come lo abbiamo fatto noi, lo devono fare tutti, chiunque. Dopo il Covid-19 bisogna smettere di avere paura dei cambiamenti, abbattere le barriere poste di fronte alle innovazioni e non rimanere soli. Ancora una volta la Moretti lo ribadisce: “Bisogna gestire il cambiamento e non subirlo.”

Per far capire meglio cosa significa diventare Changemaker la dottoressa ha quindi voluto lasciare qualche nozione di “Change managment”. Per poter cambiare e migliorare davvero le cose bisogna:

  • Puntare a un cambiamento migliorativo;
  • Avere degli obbiettivi;
  • Circondarsi di persone più reattive al cambiamento, che lo possano condividere e apprezzare davvero;
  • Non imporre il cambiamento;
  • Tradire un po’ se stessi: ascoltare le idee di tutti, andando magari incontro a ideali diversi dai propri, per cercare stimoli nuovi, e crescere insieme;
  • Portare un cambiamento nella vita delle persone, rendendolo accessibile a tutti: trasparenza;
  • Stare sempre pronti, per poter consolidare i propri i propri cambiamenti e stare un passo avanti.

Infine, gli oppositori al nostro cambiamento ci saranno sempre, ma bisogna fare del nostro meglio per poter iniziare a cambiare le cose in piccolo: ci sono cose che non possiamo cambiare, controllare: dobbiamo concentrarci su quello che siamo capaci di gestire.

Ognuno di noi deve decidere chi vuole diventare e agire di conseguenza. Bisogna ambire all’antifragilità appunto: adattarsi a ogni situazione e poi rispondere, agendo sempre nel giusto modo.

Noi viviamo meglio, nella società moderna, la qualità della vita è notevolmente migliorata, il vero problema sono i ragazzi che non sanno chi vogliono diventare, il vero problema sono coloro senza sogni e ambizioni.

Lanciando questo forte messaggio a tutti i ragazzi li presenti, e anche ai docenti in ascolto, la dottoressa Moretti prima di salutare tutti ha voluto lasciare un paio di consigli:

  • Siate curiosi sempre;
  • Pensate alla vostra apertura alare (Bisogna capire chi siamo per scegliere chi saremo);
  • Circondatevi di persone che abbiano la stessa vostra visione per realizzare le cose assieme.

Infine ha voluto lasciare un consiglio pratico; ha invitato tutti quanti a scrivere ogni sera, prima di andare a dormire, 3 cose buone fatte durante la giornata.

Prima di chiudere il collegamento ha consigliato alcuni libri da leggere:

  • “The Game” di Alessandro Baricco;
  • “l’antifragilità” di Nassim Nicholas Taleb;
  • “Cigno Nero” di Nassim Nicholas Taleb;
  • Tutti i libri di Beppe Carrella.

In conclusione, non posso essere che entusiasta dell’intervento della dottoressa, che ci racconta certo, cose già sentite, ma che lo fa in un momento cruciale, invitando tutti a svegliarsi, e dimostrare quello che valgono, in una vita che deve essere caratterizzata costantemente dalla parola crescita.

Già gli Stoici, Eraclito, l’antica filosofia greca lo aveva capito, “panta rei”, tutto scorre, e noi dobbiamo essere sull’onda del cambiamento, per poter andare sempre avanti.