Alimentazione, inquinamento e ambiente

[Benedetta Cardamone]

Misurare l’impronta ecologica di ciò che mangiamo fa bene al corpo e al pianeta

Dopo un’intensa mattinata di studio o lavoro, hamburger e bibita sono molto allettanti, economici e veloci, ma di certo non ecosostenibili!

Purtroppo, le grandi catene di fast-food, per garantire prezzi bassi, attuano politiche economiche molto spesso in contrasto con le esigenze ambientali. Per esempio, per produrre molta carne, servono tante mucche e hanno bisogno di grandi pascoli, che vengono realizzati mediante la deforestazione.

Lo stesso processo avviene per la grande distribuzione: grandi numeri di alimenti di ogni genere, garantiti da colture ricche di agenti chimici finiranno nei nostri piatti, dopo aver percorso migliaia di chilometri prima di arrivare sulla nostra tavola.

L’alimentazione della società di oggi ha quindi un costo molto più grande rispetto a quello che paghiamo alla cassa dei supermercati; riguarda ambiente e risorse, di cui poco ci rendiamo conto ma che diventa determinante se volgiamo lo sguardo al futuro.

Agricoltura e allevamento comportano la produzione di grandi quantità di gas serra e l’utilizzo di una buona parte delle risorse idriche disponibili. Per coltivare bisogna avere a disposizione del terreno e questo significa deforestare, con conseguente perdita di biodiversità. Queste comportano inquinamento, non solo per la produzione ma anche per il confezionamento, il trasporto e la vendita dei prodotti finiti.

Nel mirino degli scienziati,infatti, è finita l’intera filiera di produzione agroalimentare. Il settore agricolo contribuisce per quasi 1/3 alle emissioni di gas serra. Secondo l’OMS le conseguenze dei cambiamenti climatici sull’agricoltura e sulla salute dell’uomo rappresentano uno tra i più rilevanti problemi da affrontare nei prossimi anni, come l’aumento delle temperature e degli inquinanti atmosferici.

Viviamo in sette miliardi su di un pianeta che offre risorse limitate. Un miliardo di persone ancora soffre la fame e rischia di morire per carenza di cibo, mentre un altro miliardo è costituito da persone sono obese o in sovrappeso, assediate da malattie dovute ad un consumo eccessivo di alimenti. Modificare la nostra dieta è non solo giusto ma necessario, se vogliamo vivere in salute, in un mondo meno inquinato, nel rispetto dell’ambiente, garantendo a tutti un’alimentazione adeguata.

Cerchiamo allora di pranzare e cenare se non con prodotti locali, almeno regionali o italiani.

Molti esercizi ormai, offrono cibo biologico, di provenienza in gran parte locale e soprattutto, privo di fertilizzanti chimici.

Consumando un pasto con prodotti locali e di stagione si risparmia energia e si producono la metà delle emissioni di gas ad effetto serra.In più potremo assaggiare il tipico e inconfondibile sapore della nostra terra e delle nostre tradizioni.

Alcuni esempi di cibo che si potrebbero sostituire con alimenti nazionali sono l’anguria da Panama, la carne dal Brasile, l’aglio e il pomodoro dalla Cina, l’uva dal Sudafrica e il riso dagli Stati Uniti. Per alcuni di questi prodotti sono stati rilevati problemi di carattere sanitario: la Commissione europea è intervenuta per limitare le importazioni di carne brasiliana perché non soddisfa i requisiti sanitari dell’UE. Per gli altri prodotti, non ci sono motivazioni che ne giustifichino la scelta, considerando il fatto che acquistare quelli italiani durante la stagione produttiva garantisce maggiore risparmio e freschezza.

Consumando prodotti locali e di stagione e facendo attenzione agli imballaggi, una famiglia può arrivare ad abbattere fino a mille chili di anidride carbonica all’anno.

Il binomio salute-sostenibilità è sintetizzato nella“doppia piramide”alimentare e ambientale, messa a punto dagli scienziati della Fondazione Barilla. Accanto alla classica piramide della dieta mediterranea c’è quella ambientale capovolta, dove gli alimenti vengono classificati in base alla loro ‘impronta ecologica’. Nella parte superiore della piramide si trovano carne rossa, dolci, formaggi, carni bianche, pesce e uova, gli alimenti di cui è importante moderare il consumo: offrono importanti nutrienti, ma la loro quantità deve essere mantenuta sotto controllo per evitare impatti negativi sulla salute e sull’ambiente.

Scegliere principalmente cibi di origini vegetale, possibilmente stagionali e locali, limitando il consumo di alimenti trasformati, aiuta non solo la nostra salute ma anche quella del pianeta. Se proprio non si riesce a fare a meno della carne, si suggerisce di scegliere prodotti che provengono da animali allevati a terra e liberi di muoversi, poiché come dice la nutrizionista Katarzyna Dembska “Il cibo che scegli ha anche un effetto diretto su come vivono gli animali nelle fattorie”.