INUTILI CANONI ESTETICI

[Benedetta Cardamone]

Frida Kahlo

Crescendo nell’era della tecnologia, dei social, siamo costantemente connessi con il mondo e altrettanto bombardati di fotografie, pubblicità, vari articoli e video. Anche se la rete è accessibile a quasi tutte le persone nel mondo, di diverse nazionalità, culture, etnie, orientamenti sessuali e religioni, tutti i contenuti che appaiono riflettono un solo tipo di fisico, colore di pelle e capelli. Mi chiedo quindi che cosa renda il corpo di quelle persone “ideale” agli occhi della maggior parte degli utenti.  Mi sembra così sciocco avere degli standard di bellezza, considerando come questi ultimi cambiano da un anno all’altro e sapendo quanto possano essere deleteri per una persona fragile.  Fianchi larghi, punto vita stretto, cosce snelle, sono solo alcuni dei canoni che la società in cui ci ritroviamo ci impone per avere un “bel corpo”, insomma stereotipi irraggiungibili di bellezza attuale.

L’ideale estetico però non è eterno e fisso. Riguarda ciò che la società in un dato momento storico riconosce come bello nel corpo umano sia femminile che maschile. Infatti già in epoca romana un uomo troppo alto veniva considerato, secondo i canoni del tempo, fuori dall’ideale comune. La continua ricerca della perfezione nella bellezza umana è quindi innata in noi. Da quando esiste l’arte, ogni popolo e ogni epoca hanno rappresentato la bellezza secondo regole ben precise, che oggi possono apparirci prive di senso solo perché fuori dal contesto in cui sono nate.  

Nel Medioevo la bellezza era collegata solo ed esclusivamente all’arte sacra. Il corpo doveva essere nascosto, soprattutto quello femminile, questo perché il diavolo tentatore si nascondeva tra le sue curve. Nel periodo rinascimentale, il sovrappeso veniva orgogliosamente sfoggiato come equivalente di agiatezza e salute. Durante il Settecento e Ottocento, il prototipo della donna ricca e bella aveva forme morbide, interrotte dal “vitino da vespa”. Alla fine del XX secolo il corpo ha iniziato a perdere le forme morbide dei tempi antichi, diventando sempre più magri.  Oggi, anche se indiretti, i messaggi sono chiari: se sei bella puoi avere successo in amore e a lavoro, puoi essere felice, apprezzata e accettata dalla società. Questa idea l’abbiamo in testa fin da quando siamo piccole; ci venivano infatti proposte immagini femminili presentate come modelli, a cominciare dalle bambole fino a veder sempre sfilare veline e attrici perfette.

Puntiamo sui fisici a clessidra come quello della Kardashian, ricorrendo spesso all’aiuto di operazioni chirurgiche per restringere la vita e abbondare nei fianchi.

Il viso non è escluso da questo giudizio sociale: frequenti sono i ritocchi al naso, perché quelli che non sono sottili, corti e all’insù sono considerati poco eleganti e non armonici.

Inoltre, la popolazione, che non vuole assolutamente invecchiare, per tirare le rughe e rimuovere le borse sotto agli occhi, effettua operazioni, che sono fra i più frequenti interventi chirurgici.

Tra le icone che hanno respinto i fastidiosi canoni femminili troviamo Frida Khalo, che ha sempre preferito mostrarsi al naturale, con un volto segnato da folte sopracciglia unite al centro e peli sul labbro superiore, scegliendo di non conformarsi ad una sagoma socialmente accettabile.

Fortunatamente negli ultimi anni sono nate campagne body-positive o progetti iniziati da pagine di grandi negozi di abbigliamento che prediligono modelle dalle forme tonde e con cosce segnate da smagliature, affiancate da ragazze inverosimilmente magre, ricordandoci che la bellezza si nasconde in ognuno di noi, non importa la forma.