RECENSIONE ‘LA DEA FORTUNA’ – A CHI SA ANCORA EMOZIONARSI

[Maria De Grazia]

  • Titolo: LA DEA FORTUNA
  • Regista: FERZAN OZPETEK
  • Genere: DRAMMATCO
  • Anno: 2019
  • Attori principali: Edoardo Leo, Stefano Accorsi, Jasmine Trinca

‘La Dea Fortuna’ è il film con cui Ferzan Ozpetek torna sulla scena cinematografica dopo ‘Rosso Istanbul’, girato nella sua città d’origine, e ‘Napoli Velata’. Reduce dalla vittoria di due ‘David di Donatello’, per le categorie ‘Miglior attrice protagonista’ e ‘Miglior colonna sonora’, ‘La Dea Fortuna’ ha raccolto innumerevoli consensi dal pubblico e dalla critica, in particolar modo per il messaggio positivo e carico di valori che la pellicola porta con sé. L’ultimo lavoro di Ozpetek, dunque, è considerato un degno successore dei suoi ‘Le fate ignoranti’ e ‘Saturno Contro’.

I protagonisti Alessandro e Arturo, interpretati rispettivamente da Edoardo Leo e Stefano Accorsi, sono una coppia in crisi, messa a dura prova dall’entrata in scena di Annamaria (Jasmine Trinca), amica in comune ed ex fidanzata di Alessandro che affida alla coppia tutto ciò che ha, i suoi due figli, per tre giorni. La donna infatti, deve essere ricoverata in ospedale per alcuni accertamenti dovuti a continue e martellanti emicranie che la preoccupano. Annamaria è una donna tenace e istintiva, piegata solo dall’incertezza per il futuro dei suoi figli, che presto lei non potrà più crescere. Infatti, nonostante la sua indole combattiva sa di essere arrivata alla fine e sente la morte sempre più vicina.

Alessandro è un affascinante idraulico, che lavora sodo per mantenere la sua famiglia; Arturo invece è uno studioso di alto retaggio culturale con tanti sogni infranti per la decisione di seguire Alessandro per tutta la vita. Alessandro e Arturo, incastrati nella monotona quotidianità, sono legati da un affetto reciproco profondo, spezzato solo da parole non dette e dall’incapacità di comunicare, aspetto del rapporto di coppia che ha un ruolo centrale per buona parte del film. Nonostante il rapporto si sia raffreddato e l’empatia tra di loro sia quasi del tutto scomparsa, condividono spesso le loro giornate con una bellissima e rumorosa compagnia di amici. La sincera amicizia che lega tutti i personaggi scaturisce dalla loro abilità nel saper condividere gli uni la sofferenza degli altri; nonostante ogni personaggio porti sulle spalle il peso dei propri dolori, diversi ma tutti ugualmente laceranti.

L’arrivo inaspettato dei bambini, Martina e Sandro, ostacola ulteriormente il rapporto tra Alessandro e Arturo, che quasi come due spettatori assistono all’affievolirsi del loro amore e dei loro sentimenti. Allo stesso tempo, l’irruzione dapprima lieve e poi sempre più imponente dei piccoli, porta con sé una ventata di vita e di freschezza nelle loro vite e in quelle di tutta la compagnia di amici, che si impegnano con tutte le forze per non far mancare loro la spensieratezza e la felicità alle quali ogni bambino avrebbe diritto. La perdita di Annamaria assume una valenza importante per tutti i protagonisti della storia; infatti, Arturo e Alessandro capiranno che il rituale della Dea Fortuna deve essere ripreso: bisogna guardare fisso il viso della persona che non vogliamo perdere, chiudere gli occhi e poi riaprirli, così da portare la sua immagine nel nostro cuore per sempre. La dea fortuna non va intesa semplicemente come buona sorte, ma rimanda ad una statua nel santuario di Palestrina. Infatti, nel film essa diventa la massima espressione della libertà di scelta,  facendoci capire che la felicità o l’infelicità non dipendono solo da noi.

 In questo film, Ozpetek racconta la famiglia come ‘luogo del cuore’, come lui stesso affermato; la famiglia non si limita al vincolante legame di sangue, ma è famiglia tutto ciò che ci fa stare bene e che allevia il nostro dolore, anche solo per un momento. L’autenticità della famiglia allargata di Annamaria, Arturo, Alessandro e tutti i loro amici si palesa in una delle scene più belli dell’intera pellicola, in un momento liberatorio di danza sotto la pioggia, in cui a fare rumore non sono i problemi e i pensieri di ognuno dei presenti, ma la voglia di stare insieme e di lasciarsi andare, anche solo per pochi minuti.

Un ulteriore punto forte dell’ultimo lavoro del regista turco è la scelta della colonna sonora, rappresentata da due canzoni che fanno da sfondo alla storia: ‘Che vita meravigliosa’ di Diodato e ‘Luna Diamante’ di Mina. Due brani certamente diversi, il primo più fresco e vitale, l’altro più malinconico e triste, ma entrambi azzeccati ed espressione della straordinaria sensibilità del regista.

A rendere vincente questo film è sicuramente la cura che il regista mette in ogni minimo particolare, in ogni dettaglio. Ogni scena porta con sé un aspetto importante dei rapporti umani, che si parli di coppia o di genitorialità; a tratti troviamo qualche scena satirica, i momenti per sorridere non mancano, ma ciò che rende speciale questo film è la profonda sincerità con cui viene raccontata l’imperfezione ma allo stesso tempo la bellezza della vita.

‘La Dea Fortuna’ è un film per chi crede all’autenticità dei sentimenti e al potere curativo dell’amore; ma soprattutto ‘La Dea Fortuna’ è per chi ha ancora il coraggio di emozionarsi di fronte alla vita, permettendo a un film di irrompere con violenza nella propria anima.